Claudio Baglioni

Claudio Baglioni - Prima Del Calcio Di Rigore lyrics

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la prima era solo un sogno

suono lontano suono di naso e metallo

fragore di treno sugli scali

telegrafo che scarica sillabe incomprensibili

il frusciare di una manopola che insegue una

frequenza

cinema muto al contrario dove c'è solo la voce

voce di un al di là senza forma che quella voce

lascerai cantare

senza che tu sappia cosa siano queste emozioni

né che faccia abbiano nomi che le strappano dal

cuore come spine dai piedi

e bruciano la pelle in una chimica sconosciuta

che attraversa la schiena e fa stringere i pugni

lui ti guarda ma non spiega

porta l'indice alle labbra e ti chiede di aspettare

e finalmente salta

ti passa una mano tra i capelli e ridete insieme

lui contento per qualcosa che non sai

tu a deglutire l'amaro che ti lascia capire

che nello stesso sogno è dura stare insieme

la seconda era erba e gesso

nebbia di gambe e vapori di fiato

tra braghe lunghe e scarpe pesanti

a insegiore lingue di cuoio cucite a sfera

dietro un vetro così convesso

che era come guardare il mondo da uno spioncino

un mondo dal quale separava un oceano

ma che quel cubo rendeva così vicino

che bastava allungare un dito per poterlo toccare

erba e gesso

in un paese che si è appena svegliato

ma non ha ancora realizzato

se quello che ha passato è davvero passato

nero come il lutto di Roma città aperta

bianco come il punto interrogativo

che una mano incerta traccia sul foglio senza righe

di un futuro che si sa solo cosa non dovrà mai più

essere

nello schermo nani e giganti

giganti e nani a corrersi incontro

abbracciarsi e liberare le mani

sotto milioni di facce che ondeggiano come spighe

di grano

accarezzate dal soffio di un'unica emozione

anime mai viste che siedono accanto e si tengono

per mano

la prima vertigine confonde toglie il fiato

ha il nome di un satellite che con il suo ago cuce

distanze siderali

e ci fa stare una notte intera sull'orlo di un

precipizio

silenzio di un urlo a trattenere il fiato e sperare

che dopo essere caduti tre volte nella polvere

si torni ancora una volta sull'altare

poi trovarsi a cantare con la voce di un miliardo di

persone

e finalmente una estate

l'erba diventa verde e il gesso bianco e le maglie a

colori

sembra di essere tornati a lascia o raddoppia

la gente fa ressa ai tavolini dei bar

a seguire la prima volta dei cinque cerchi senza gli

americani

con la memoria ancora illuminata dalla scia della

cometa di Bayes

ma i pensieri già in fuga solitaria

per capire se la Spagna sarebbe stata Messico o

Corea

la terza è la più forte

porta il nome di Pablito e avrà per sempre la

faccia di Marco al Bernabeu

una corsa pazza e un grido che hanno fatto il giro

del mondo nei telegiornali

sulle copertine di tabloid e quotidiani

e ancora vibrano dentro nei mille come eravamo

ai quali ancora oggi ci teniamo aggrappati

e ancora una volta giornali a mezzanotte

e partite nelle fontane e tutte le auto che diventano

decappottabili

migliaia amici sconosciuti dietro un pallone

sparato in cielo

per tornare a casa e buttare la testa sotto l'acqua

ghiacciata della vita

un po' perché il risveglio non uccida

ma soprattutto perché la prossima possa essere

ancora una prima volta

e ci siano facce e nomi da strappare dal cuore

come spine dai piedi

l'ultima è Roberto che spara troppo alto alla

lotteria dei rigori

sembra ieri ma ne è passato del tempo e il conto

ormai segna cento

a pensarlo così in ginocchio sul dischetto

sotto lo sguardo da marmo greco dei compagni

sequestrati a centro campo

capisci che la vita scorre in gran parte prima del

calcio di rigore

e che la distanza che ti separa dalle cose è quella

c'è sempre uno che fischia

e un altro ti fissa con occhi di lama

la cosa più difficile è capire che il senso non sta

nel buttarla dentro o fuori

ma nel prendere la rincorsa

e tirare

fammi tornare sull'asfalto amaro

sotto un sole che non da ombre

cartelle e cappotti a far da palo

e polvere e vento e sale

fino a quando fa scuro e non ci si vede più

e l'aria brucia in gola e fa tossire

ho ancora voglia di sentire una voce che chiama

e di capire che è ora di rientrare 



(Grazie a Marco per le correzioni)
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