L’uomo stava dritto dietro i vetri della sua finestra e contava da dieci minuti, orologio alla mano, le automobili, i tram, il lampeggiare intermittente di un semaforo giallo. Valutava la velocit?, le direzioni, i percorsi dei passanti che attirano l’occhio, lo trattengono, lo abbandonano... Se si potesse misurare il lavoro dei muscoli oculari, il battito delle ciglia... gli sbalzi dell’attenzione, i movimenti dell’anima... se si sommassero tutti gli sforzi ai quali deve sottoporsi la gente che cammina per la strada, probabilmente si otterrebbe una tale quantit? di energia in confronto alla quale quella impiegata per costruire tutti i missili del mondo farebbe ridere.
Purtroppo l’energia che scaturisce dai piccoli sforzi quotidiani di quella enorme massa di individui non serve a niente.
L’uomo ormai non riusciva pi? a contare. I suoi occhi lo distraevano, lo perdevano in mille particolari: l’insegna di un bar, una giacca a vento, i grattacieli, la divisa di un metronotte, il corpo di una bella ragazza... e la figura di un altro uomo che come lui da un’altra finestra guardava quell’incontenibile formicaio...